I MURALES

da L’HEURE MERIDIENNE alla GRANDE GUERRA “CAPORETTO 24 OTTOBRE 1917”

L’Heure Meridienne 1979

A giugno nel villaggio vacanza di Cala’mpiso vicino a San Vito Lo Capo sulla costa occidentale della Sicilia, ho vissuto un’esperienza e nel contempo una realizzazione esaltante sul piano estetico-plastico: decine di pittori venuti da diversi paesi europei si sono messi all’opera per ornare ed abbellire all’aria aperta i muri di alcune case del villaggio di fronte al mar Mediterraneo ed ai piedi di una montagna aspra ed alta dove delle antichissime tribù hanno lasciate le tracce del loro soggiorno. (di André Verdet - Arte Mercato giugno 1979)

“Successo di qualità. Nell’opera di Gianni Turina, aleggia un silenzio profondo, in cui l’ombra è sovrana nel sole. In bianco e nero, un personaggio si pone nel suo enigma. Altri personaggi sembrano fermi in attesa in questa scena di spiaggia nell’ora della siesta in un giorno di piena estate. L’insieme diviene surreale a forza di silenzio.

La sobrietà delle forme e dei colori è sinonimo di tensione interiore. Le pozze di nero e rosso sono i collegamenti stessi del silenzio aleggiante. In alto, il sole dei mari del Sud è divenuto forse una grande aquila nera.” (L'HEURE MERIDIENNE di Gianni Turina - André Verdet su Arte Mercato giugno 1979)

La Grande Guerra “Caporetto 24 ottobre 1917”

In occasione del centenario della grande guerra il comune di Castel Sant’Angelo ha inteso celebrare la ricorrenza con la realizzazione di cinque murales nel cimitero monumentale di Canetra.  L’opera “Caporetto 24 ottobre 1917” espirata ai racconti del nonno Bruno, reduce della battaglia, esprime tutta la tensione emotiva di una tragedia dove coetanei di nazioni diverse, oggi amiche in Europa, si sono scontrati in una lotta fratricida.  Raccontava nonno Bruno: “.. tornato dall’infermeria dove avevo accompagnato dei soldati malati trovai uno scenario di morte, cadaveri disseminati ovunque. Da lontano vidi un soldato austriaco che si aggirava disorientato, mi lanciai contro di lui per ucciderlo ma dopo una battaglia corpo a corpo in cui il “nemico”, immobilizzato e con la baionetta sul collo, aveva desistito, non ebbi il coraggio di ucciderlo, pensando che al suo posto avrei potuto esserci io e prevalse in me un grande senso di solidarietà che si consumò con un abbraccio ….” Nel Murales in un cielo rosso fuoco il dramma della guerra, una figura in lontananza, l’abbraccio tra due nemici e in primo piano giovani vite spezzate. In alto un nido di rondine colorato di rosso a simboleggiare il ritorno che per molti giovani non c’è mai stato.